..:: Il Comitato Italia Unita nasce nel maggio 1996 a Calvenzano (BG), fondatore e responsabile del Comitato è Luigi Mastropasqua.
Il Comitato, come da Statuto, non ha finalità politiche e neppure scopo di lucro. Al suo attivo ha una raccolta firme fatta nel '96 per sostenere e promuovere i principi ed i valori dell'unità d'Italia e quindi contro qualsiasi ipotesi secessionista. L'iniziativa, sfociata in una raccolta di 3.500 firme tra cui quelle di 62 Sindaci della Bassa Bergamasca, di numerosi parroci e di personaggi provenienti dalle diverse istituzioni presenti sul territorio, ha trovato riscontro con l'allora Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro. Luigi Mastropasqua nasce a Spinazzola (BA) nel 1948 e si trasferisce in lombardia, dal 1964, dove trova lavoro come dipendente nel settore metalmeccanico presso la SAME trattori di Treviglio (bg), ricoprirà negli anni svariati incarichi sindacali. Ha presenziato a numerose manifestazioni, il cui tema di fondo era la difesa dei diritti dell'uomo. Numerosi gli articoli, a lui dedicati, sui quotidiani:"Avvenire - Il Giorno - La Repubblica - L'Eco di Bergamo"e sui settimanali: "Il Popolo Cattolico - 7° Giorno" e servizi sulle emittenti: Studio TV1 - BergamoTV e Radio Maria. Già membro del CDA nella società CFL Cooperativa Famiglie Lavoratori SCMP di Treviglio (bg) è tra i fondatori del Presidio Bassa pianura Bergamasca di LIBERA ::..
Attualmente è attivo nella Associazione Alpini

sabato 25 maggio 2013

Per non dimenticare...Le vittime delle stragi di Mafia



di seguito riportiamo l'articolo di Luigi Mastropasqua pubblicato su COMUNITÀ DI CALVENZANO nel mese di dicembre 1991:

La violenza non ha confini

L'impotenza dello Stato in alcune zone del Sud Italia è nota a tutti; basta guardare il telegiornale o leggere un quotidiano per rendersi conto della gravitá della situazione.
A pagare tutto questo è il cittadino onesto, che non solo deve subire una violenza organizzata come la mafia, ma anche le offese di chi gioca sulle disgrazie altrui per fare politica, facendo di " tutta l'erba un fascio".
Il mio parere è quello di essere solidali con quelle persone che vogliono che le istituzioni funzionino e lottino contro la mafia.
È da valutare che la mafia non ha confini e se il suo nome cambia, la violenza è sempre quella sia al Nord che al Sud.
La tangente, la droga, la prepotenza, l'abuso di potere e tutto quello che impedisce la giustizia sono mafia.